Il mio parto: travaglio + induzione + cesareo

Immaginando il mio parto tutto mi sarei aspettata tranne che le cose andassero come in realtà sono andate: arrivati a 41 settimane + 1 la ginecologa ha deciso di farmi ricoverare quel giorno stesso per fare degli esami ed indurre il parto il giorno successivo: giunta in clinica siccome la situazione medica era ottimale decidono di tentare lo scollamento manuale delle membrane e vedere se in questo modo si sarebbe avviato il travaglio spontaneamente. Qualche ora dopo, siccome la situazione non era cambiata, tentano un nuovo scollamento e questa volta con maggior successo: a qualche ora di distanza perdo il tappo mucoso e cominciano i primi doloretti, più che contrazioni si tratta di un dolore continuo tra pancia e schiena. Le prime vere contrazioni, quelle che sul monitoraggio fetale superano l’intensità 100, cominciano la sera verso le 22:30 con cadenza regolare ogni 12 minuti e vanno avanti per tutta la notte fino ad una distanza di 7 minuti. Alle 13:00 del giorno successivo (41 settimane + 2) dato che, nonostante le contrazioni avevo una dilatazione di appena 2 cm decidono di indurre il parto con l’ossitocina in flebo (al mattino mi avevo rotto manualmente le acque), e da lì il delirio più totale: partono subito contrazioni fortissime a distanza di circa 2 minuti l’una dall’altra, così intense che faticavo anche a respirare. Nella clinica scelta non fanno l’epidurale in caso di parto naturale, tuttavia utilizzano il protossido di azoto come blando sedativo: ho terminato l’intera bombola. Alle 18:00, dopo 5 ore di contrazioni insopportabili, la dilatazione era appena di 3 cm, siccome il bimbo cominciava ad andare in sofferenza, hanno deciso di optare per il cesareo, inutile dire che per me è stata una liberazione, e alle 18:25 è NATO IL PICCOLO MATTIA, 3,520 kg per 51 cm!

(foto: https://www.alamy.it/foto-immagine-pieno-termine-di-donna-incinta-in-fase-di-monitoraggio-fetale-ostetricia-e-ginecologia-saintonges-ospedale-saintes-72430104.html)